giovedì, settembre 13

La porta delle sette chiavi e l'occhio dello zar a confronto//Recensione

Dopo molto che non scrivo qualche cosa sui libri che ho letto provo a parlare di due libri contemporaneamente. Non affronterò la trama reperibile facilmente per entrambi su internet. Ad interessarmi nel fare questa doppia discussione è il fatto che i due libri sono simili nel genere ma l'uno è stato scritto nel 2010 mentre l'altro nel 1926. Sto parlando di “l'occhio dello zar” di Sam Eastland e di “La porta delle sette chiavi” di Edgar Wallace.


 Brevissime note sui due scrittori: Sam Eastland è lo pseudonimo dell'inglese Paul Watkins, classe 1964 che sta pubblicando con un discreto successo (per ilSaggiatore in Italia) questa serie di 4 romanzi sull'Ispettore Pekkala qui per saperene di più. Edgar Wallace, inglese pure lui, classe 1875 ha scritto 175 romanzi, 15 solo nel 1926, quando è stato pubblicato quello del nostro attuale interesse e 160 film hanno preso spunto dalle sue storie, a buon diritto è considerato uno dei maestri del giallo insieme ai suo più famosi colleghi Conan Doyle e Agatha Christie.
 Entrambi i libri sono dei gialli, entrambi molto godibili, scorrono via agilmente, sono avvincenti perché sanno far immergere il lettore nelle atmosfere nelle quali i protagonisti si muovono: nella grande Russia Sovietica il primo mentre il secondo nelle sonnolente, in apparenza, campagne inglesi, un po' lo scenario tipico dell'ispettore Barnaby (serie televisiva).
 Il primo è sicuramente più vicino ai ritmi e al gusto moderno, storia ben congegnata su due livelli temporali che l'autore interseca lungo tutto il libro fino al finale dove riallaccia i fili delle due narrazioni. Il secondo è più lento, più riflessivo e inglese, personaggi di quell'epoca nei modi educati ma ovviamente dotati di acume e coraggio straordinari.
 La porta delle sette chiavi è un libro nel quale si intreccia mistero, esperimenti genetici, magia e tradizione è un libro che si legge con piacere perché rilassante, affatto impegnativo anche se a volte scontato. Un libro come gli altri centinaia di gialli pubblicati in quegli anni da Wallace e colleghi. Il secondo essendo più ritmato mi ha fatto sostenere un ritmo di lettura più alto. Le atmosfere russe tratteggiate sono interessanti come pure i protagonisti i cui caratteri vengono fuori un po' alla volta.

 Del primo non mi è piaciuta l'interpretazione politica che inevitabilmente scaturisce dalle pagine del libro. Eastland dipinge lo zar come una figura sensibile e influenzabile, come probabilmente è stato, vittima degli eventi, lo dipinge con l'affetto che prova Pekkala nei suoi confronti, è vero, ma trascura gli aspetti più crudi dell'essere Zar, imperatore di Russia, discendente dei Romanov, dinastia che comanda ininterrottamente da 300 anni in quel paese. Compaiono invece prevalentemente gli aspetti più sanguinari, repressivi e negativi della ancora giovane Rivoluzione. La cosa che colpisce è quindi la piattezza nell'interpretazione politica del periodo confrontata con la complessità dei personaggi. Il secondo invece è assolutamente perbenista e politicamente corretto il che lascia ben poco da aggiungere.

 Ultima nota: entrambi i libri li ho comprati in internet ma se per “l'occhio dello zar” ho approfittato di un'offerta per l'edizione tascabile (9 € ed. ilSaggiatore SuperTascabili) in carta, ho comprato la versione ebook da 0,49 € (ed. Newton Compton collana 049.Zeroquarantanove).

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.