La festa di primavera a casa Keenley
era sicuramente l'evento dell'anno. Nessuno a New Miles (???) se la
sarebbe persa per nessuna ragione.
La villa veniva decorata a festa, i
Keenley facevano sfoggio del loro status grazie all'organizzazione
impeccabile di questo evento, grazie ai mille colori dei fiori che
decoravano i patio che riempivano il parco a sinistra del vialone
d'accesso sotto i quali si svolgeva la festa.
Come consuetudine suonavano e cantavano
alternandosi gruppi famosi e della zona, in modo da creare la giusta
atmosfera tra ricercato e popolare, una dimensione di socialità snob
alla quale tutti i paesani erano invitati a partecipare, cosa che
puntualmente facevano, nessuno escluso.
L'azienda di famiglia in queste
occasioni faceva sfoggio delle proprie conoscenze in campo vivaistico
addobbando il giardino in maniera impressionante, con una tal
ricchezza di varietà di piante e di colori da lasciar a bocca aperta
tutti, sempre.
Ovviamente molti andavano per esserci
ed altrettanti per bere e mangiare fino allo svenimento, fino a che
le forze li avrebbero retti prima di sdraiarsi sull'erba aspettando
che l'umidità mattutina, che da quelle parti era particolarmente
bagnata, li avesse riportati in se stessi e costretti ad alzarsi per
fare ritorno a casa
Sebbene fosse la festa di primavera le
temperature raramente erano tali da consentire di credere che
l'inverno fosse ormai passato, o per lo meno così avrebbe potuto
pensare un ospite, capitato li per la prima volta, proveniente da
latitudini ben più temperate, tuttavia per gli indigeni quella
decina di gradi in più rispetto a solo qualche giorno prima era un
tepore da gustare fino in fondo.
La serata sta entrando nel vivo, è
decisamente una delle più belle degli ultimi anni, ed ora la vecchia
Signora Keenley si appresta a fare i consueti saluti dal microfono,
la band terminerà di suonare questo pezzo e poi tutti gli occhi e le
orecchie le saranno dedicate. Come al solito non è stato un
discorso lungo, gli onori di casa la vecchia signora preferisce farli
di persona, non fermandosi un attimo, aggirandosi tra i tavolini, tra
il buffet e la pista da ballo salutando a destra e a manca, i
notabili del paesotto, come a sottolineare la gentilezza e
magnanimità di una famiglia che certo, tutto quel ben di dio aveva
pagato. Come tutti i nobili o i ricchi, anche i Keenley dovevano
molto alla comunità dalla quale avevano preso sicuramente ben più
di quello che davano sebbene quel poco lo ammantassero di colori e
profumi tali da confondere le idee a molti.
Ovviamente la figlia della signora,
Sarah la secondogenita, non era da meno anche se, nonostante ormai
avesse superato, bada bene da poco, i quaranta, era relegata a fare
gli onori di casa a quella borgesia gretta, ma viva il cielo ben
facoltosa, che si era arricchita negli ultimi anni sfruttando le
ampie possibilità che quella terra, fredda ma produttiva poteva dare
a chi era dotato di capacità e di una certa quantità di pelo sullo
stomaco mentre la gente comune, la vera essenza della festa, beveva,
mangiava, ballava e ribeveva senza far caso a troppe etichette.
Sotto un patio, un po' in disparte un
intenditore avrebbe trovato di che bagnarsi la lingua: c'erano
infatti, sopra un paio di portavivande, le collezioni di whiski e
grappe del vecchio Keenley che degustava insieme a pochi altri, tra i
quali Paul, il primogenito, tutti seduti su comode poltrone da
giardino con i gomiti appoggiati sui braccioli per sorreggere un
sigaro enorme, dei migliori.
La serata procedeva bene, non c'è che
dire e presto tutti sarebbero stati troppo pieni di tutto per poter
ricordare altro di quella festa di primavera quindi tanto vale che li
lasciamo divertire per risvegliarci domani. Ripensandoci, forse è
meglio che ci sentiamo direttamente lunedì così la domenica la
passiamo smaltendo il troppo ballare.
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