martedì, ottobre 29

Prologo

La festa di primavera a casa Keenley era sicuramente l'evento dell'anno. Nessuno a New Miles (???) se la sarebbe persa per nessuna ragione.
La villa veniva decorata a festa, i Keenley facevano sfoggio del loro status grazie all'organizzazione impeccabile di questo evento, grazie ai mille colori dei fiori che decoravano i patio che riempivano il parco a sinistra del vialone d'accesso sotto i quali si svolgeva la festa.
Come consuetudine suonavano e cantavano alternandosi gruppi famosi e della zona, in modo da creare la giusta atmosfera tra ricercato e popolare, una dimensione di socialità snob alla quale tutti i paesani erano invitati a partecipare, cosa che puntualmente facevano, nessuno escluso.
L'azienda di famiglia in queste occasioni faceva sfoggio delle proprie conoscenze in campo vivaistico addobbando il giardino in maniera impressionante, con una tal ricchezza di varietà di piante e di colori da lasciar a bocca aperta tutti, sempre.
Ovviamente molti andavano per esserci ed altrettanti per bere e mangiare fino allo svenimento, fino a che le forze li avrebbero retti prima di sdraiarsi sull'erba aspettando che l'umidità mattutina, che da quelle parti era particolarmente bagnata, li avesse riportati in se stessi e costretti ad alzarsi per fare ritorno a casa
Sebbene fosse la festa di primavera le temperature raramente erano tali da consentire di credere che l'inverno fosse ormai passato, o per lo meno così avrebbe potuto pensare un ospite, capitato li per la prima volta, proveniente da latitudini ben più temperate, tuttavia per gli indigeni quella decina di gradi in più rispetto a solo qualche giorno prima era un tepore da gustare fino in fondo.
La serata sta entrando nel vivo, è decisamente una delle più belle degli ultimi anni, ed ora la vecchia Signora Keenley si appresta a fare i consueti saluti dal microfono, la band terminerà di suonare questo pezzo e poi tutti gli occhi e le orecchie le saranno dedicate. Come al solito non è stato un discorso lungo, gli onori di casa la vecchia signora preferisce farli di persona, non fermandosi un attimo, aggirandosi tra i tavolini, tra il buffet e la pista da ballo salutando a destra e a manca, i notabili del paesotto, come a sottolineare la gentilezza e magnanimità di una famiglia che certo, tutto quel ben di dio aveva pagato. Come tutti i nobili o i ricchi, anche i Keenley dovevano molto alla comunità dalla quale avevano preso sicuramente ben più di quello che davano sebbene quel poco lo ammantassero di colori e profumi tali da confondere le idee a molti.
Ovviamente la figlia della signora, Sarah la secondogenita, non era da meno anche se, nonostante ormai avesse superato, bada bene da poco, i quaranta, era relegata a fare gli onori di casa a quella borgesia gretta, ma viva il cielo ben facoltosa, che si era arricchita negli ultimi anni sfruttando le ampie possibilità che quella terra, fredda ma produttiva poteva dare a chi era dotato di capacità e di una certa quantità di pelo sullo stomaco mentre la gente comune, la vera essenza della festa, beveva, mangiava, ballava e ribeveva senza far caso a troppe etichette.
Sotto un patio, un po' in disparte un intenditore avrebbe trovato di che bagnarsi la lingua: c'erano infatti, sopra un paio di portavivande, le collezioni di whiski e grappe del vecchio Keenley che degustava insieme a pochi altri, tra i quali Paul, il primogenito, tutti seduti su comode poltrone da giardino con i gomiti appoggiati sui braccioli per sorreggere un sigaro enorme, dei migliori.
La serata procedeva bene, non c'è che dire e presto tutti sarebbero stati troppo pieni di tutto per poter ricordare altro di quella festa di primavera quindi tanto vale che li lasciamo divertire per risvegliarci domani. Ripensandoci, forse è meglio che ci sentiamo direttamente lunedì così la domenica la passiamo smaltendo il troppo ballare.








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